LUNARIO - Mother Water
Bentornatə a LUNARIO, la newsletter mensile dedicata ai temi della performatività posthuman, alle culture digitali e alle dinamiche del Metaverso.
Ciclicamente, LUNARIO propone argomenti e approfondimenti intorno a tematiche culturali mediali: procede nel percorso di esplorazione dei linguaggi performativi digitali, insegue le infinite declinazioni della liveness multimediale, sonda spazi, ambienti e community virtuali, diffonde le scoperte della ricerca accogliendo appuntamenti e curiosità.
Questo numero riflette di danza e intelligenza artificiale (nel GLOSSARIO, nella CHICCA, nell’AGENDA e nell’OSSERVATORIO) attraverso le parole di Michela De Carlo e i lavori di Valerie Tameu e Marianne Simnett. E invita alla 27° edizione di DRHA: Digital Research in the Humanities and Arts, a Torino.
Venite con me 🧜🏻♀️
“Internet per come lo conosciamo è sempre stato accompagnato da una peculiare litania di ipotesi e visioni ad alta definizione rispetto al suo futuro prossimo: la più recente ed accreditata di queste sostiene che, in un domani luminoso, sconfinato e 3D, secondo le profezie gli esseri digitali abitanti della rete interagiranno sempre più attraverso forme di collettività DIWO - do it with others, innalzando la qualità della user experience a livelli sempre più coinvolgenti e partecipando direttamente ad attività di creazione, condivisione, decisione, apprendimento e commercio. Le tecnologie gaming stanno diventando l'infrastruttura fondamentale per la realizzazione di questi auspici: quell’ecosistema di mondi virtuali in eXtended Reality che tutti ormai chiamiamo Metaverso sembra destinato ad essere plasmato principalmente dagli interessi di grandi aziende e mercati di massa, che vedono però nella partecipazione attiva uno degli asset economici principali di questa dimensione. [...] La ricerca artistica internazionale ha sempre sviluppato simulazioni, mondi alternativi e fantastici, con obiettivi molto diversi, sperimentando allo stesso ritmo dell’evoluzione della tecnosfera e riflettendo sulle implicazioni estetiche e politiche che questa comporta.”
da “Ballare nel Metaverso. Tra avatar e performance virtuale: un dialogo sull’opera Toxic Garden Dance Dance Dance di Kamilia Kard”, uscito sul Not.neroeditions.com
CHICCHE
Primizie dal mondo accademico
“HERbarium - dancing for AI” è un progetto che utilizza la AI come strumento di unione tra corpo umano e piante. Il processo di realizzazione della performance si articola in più step dove l’utilizzo dell’intelligenza artificiale assume un ruolo centrale. La prima fase di lavoro prevede la ripresa video di passi di danza che le danzatrici creano in base al concept del lavoro; in seguito, i video ottenuti vengono elaborati da una AI che ne genera il file di animazione 3D corrispondente. Queste animazioni, in quanto estrapolate da una sola prospettiva di ripresa, tendono ad essere riproduzioni approssimate del movimento preso in esame e, per questo motivo, molte volte presentano degli errori (soprattutto se il gesto della danzatrice si articola su diagonali di profondità). In HERbarium lo sguardo della macchina non viene assecondato, ottenendo come risultato dall’AI una serie di interpretazioni “viziate” del passo originale; in questo caso, l’AI ha restituito dei passi che, pur richiamando quelli fatti dalle danzatrici, di fatto sono nuovi, diversi e non-umani. Questi ultimi sono stati messi in sequenza dall’artista, formando così una coreografia di passi creati sia dalle danzatrici che dalla AI.
Subentra qui la seconda fase, che prevede l’applicazione della coreografia ricavata dalla AI ai modelli 3D delle piante, e l’apprendimento da parte delle danzatrici della nuova coreografia. In entrambi i casi, la matrice del movimento è la stessa: lo scheletrino 3D animato. Potremmo dire che piante digitali e corpi in scena hanno la stessa anima o essenza, nonostante i gusci e le specie diverse. Per rendere questo passaggio possibile, sia i modelli 3D delle piante sia le danzatrici hanno dovuto “scendere a compromessi”. [..] L'alienazione dello scheletro umanoide applicato alla pianta ha fatto sì che visivamente la coreografia avesse delle differenze rispetto a quella ballata dallo scheletrino umano, differenze intrinseche alla diversità di specie. Per non avere queste divergenze, l’artista avrebbe dovuto intervenire sull’aspetto della pianta in maniera radicale, alterando le proporzioni per farle corrispondere a quelle degli arti umani. La scelta adottata è stata quella di mantenere nei limiti del possibile uno scheletro funzionante ma che non ricordasse in tutto e per tutto quello dell’uomo.
Michela De Carlo è artista e docente nata a Milano. Navigando fra diversi media tra cui l’immagine stampata, il videogioco, il sito internet, la stampa 3D, la performance e l’ambiente virtuale, la sua ricerca artistica e accademica esplora come l’iperconnettività e le nuove forme di comunicazione online abbiano modificato e influenzato la percezione del corpo umano, della gestualità, dei sentimenti e delle emozioni. Dottoressa in Digital Humanities all’Università di Genova e professoressa di Comunicazione Multimediale ed Estetica dei New Media all'Accademia di Brera di Milano, è abbonata alla FC Internazionale Milano dal 1989, anno di uscita in Italia del film “Rain Man”.
AGENDA
Coordinate spazio-temporali, da non perdere per non perdersi
Dal 10 al 13 Settembre 2023, l’Università degli Studi di Torino ospita la XXVII edizione del Convegno Internazionale DRHA: Digital Research in the Humanities and Arts. A cura di Antonio Pizzo (Università di Torino) e Gabriella Giannachi (Università di Exeter), l’edizione del 2023 è dedicata al tema “Performing Cultural Heritage in the Digital Present”: 155 delegati provenienti da tutto il mondo animeranno con 120 interventi le tre giornate di lavoro del convegno. Verranno presentate le più attuali ricerche impegnate ad indagare l’interazione tra le nozioni di eredità culturale tangibile ed intangibile. Le proposte esplorano l’applicazione delle tecnologie digitali più avanzate in ambito culturale: le strategie progettate per aumentare la partecipazione del pubblico, facilitare l’inclusione e l’empowerment sociale, studiare processi di re-enactment e rimediazione della performance in spazi espositivi e museali, promuovere la formazione ed accrescere la conoscenza sulle potenzialità offerte dalla digitalizzazione nel nostro presente.
Cinque presentazioni saranno a cura dei keynote speakers: Annet Dekker (University of Amsterdam); John Cassy (Factory 42); Carolyn Christov-Bakargiev (Direttrice del Castello di Rivoli - Museo d'Arte Contemporanea); Matt Adams (Blast Theory); Christian Greco (Direttore del Museo Egizio di Torino).
In occasione del convegno, UniVerso - l’osservatorio permanente sulla contemporaneità dell’Università di Torino - presenta un programma di 11 esperienze digitali più un evento speciale, interamente allestito negli spazi del Palazzo del Rettorato. Aperta al pubblico fino al 17 settembre, la mostra DRHA Exhibition offre ai visitatori la possibilità di fruire performance in VR, installazioni sonore e proiezioni video innovative, esperienze immersive e interattive coadiuvate da AI. In prima assoluta, verrà presentato l’ultimo lavoro di Factory42, UnEarthed: The Beetle Story, sviluppato in collaborazione con Meta Immersive Learning per ispirare le persone a rispettare, proteggere e ripristinare il pianeta.
Il convegno, interamente in lingua inglese, è aperto al pubblico interessato: per informazioni sulla partecipazione consultare questo link.
Il book of abstracts è scaricabile qui.
“There is nothing new under the sun, but there are new suns.” Octavia E. Butler
Dal 6 all’8 Settembre, in occasione di Ars Electronica Festival di Linz, andrà in scena in anteprima assoluta lo spettacolo “Metabolo”: work in progress ideato da Valerie Tameu, ecosistema di influenza reciproca tra corpo umano, macchine artificiali ed ecosistemi marini, in una relazione di coesistenza multispecie. Metabolo è l’evoluzione del progetto artistico presentato da Tameu dopo la masterclass di formazione su corpo, arte e intelligenza artificiale, organizzata da Sineglossa a Torino a giugno 2022. Avvalendosi della collaborazione tecnica del creative developer Michele Cremaschi e del gruppo di ricerca Human Technology Lab della Libera Università di Bolzano - accompagnata da chi vi scrive, questa volta nel ruolo di dramaturg - Tameu si interroga sulla possibilità dell’utilizzo della tecnologia per promuovere altre forme di intelligenza e cultura, non solo antropocentrica e occidentale, attraverso la scelta di dataset creati da alcune specie di pesci e dalla rivisitazione di pratiche indigene. La coesistenza con le IA è una delle sfide più complesse che dovremo affrontare in futuro: pur essendo costantemente presenti nella nostra vita quotidiana, le AI continuano a essere progettate, sviluppate e utilizzate dalle grandi aziende tecnologiche, con l'obiettivo di massimizzare i profitti. Le pratiche artistiche e l'attivismo culturale possono creare scenari alternativi e mostrare come collaborare con le macchine intelligenti per rendere il futuro più che umano. Partendo da queste riflessioni, Metabolo crea un ecosistema di influenza reciproca tra corpo umano, macchine artificiali ed ecosistemi marini, in una relazione di coesistenza multispecie. Nello spettacolo, la relazione si esplicita in scena attraverso la connessione dell’AI con uno degli ecosistemi marini presenti sul pianeta, quello che si trova sotto la Frying Pan Tower, a 34 miglia dalla costa di Cape Fear, nella Carolina del Nord. Qui, una webcam subacquea posta da volontari a scopo di ricerca invia le immagini in diretta streaming su youtube ed è accessibile liberamente. A differenza della maggior parte delle altre webcam subacquee presenti sulla stessa piattaforma online, questa webcam non rappresenta animali in cattività ma nel loro habitat naturale. L’intelligenza artificiale elabora la consistenza e il peculiare movimento del mondo oceanico di Cape Fear attraverso l’apprendimento automatico e lo traduce in dati che vanno a modificare in tempo reale la traccia sonora su cui l’artista crea la performance. Questa triangolazione tra essere umano, macchina ed esseri più che umani è il punto di partenza per l’elaborazione creativa del momento performativo.
Sulla questa relazione si inserisce anche il mondo spirituale con il mito della Mami Wata, una divinità acquatica venerata in diversi Paesi dell’Africa occidentale ed equatoriale che è per metà umana e per metà pesce, essere ibrido e alieno al contempo. L’artista si ispira a questa dea per creare un rituale tecno-spirituale, ancora una volta appreso dall’AI attraverso un software di tracciamento del movimento presente sulla scena. Alla stregua di una divinità, la manifestazione di tale rituale vuole essere simbolicamente un’apparizione inaspettata, tradotta in un visual creato in tempo reale e inviato come segnale di restituzione, preghiera benedicente, a una piattaforma online quando la performance è in essere.
GLOSSARIO
Perchè le parole sono importanti
Danza: s. f. [dal fr. danse, deverbale di danser «danzare»]. – 1. a. In generale, da un punto di vista antropologico, insieme strutturato di movimenti ritmici del corpo con funzione mimica, simbolica, narrativa, ecc., solitamente associati alla musica, le cui caratteristiche variano con le epoche storiche, le aree geografiche, i contesti culturali, e i cui fini possono essere rituali, ludici, religiosi, celebrativi, ecc.; correntemente, nella società moderna e contemporanea, forma di espressione artistica (propriam., d. classica), sviluppatasi a partire dal sec. 15°, soprattutto nell’ambito delle corti, in cui i movimenti del corpo, ricondotti a modelli formalizzati (posizioni, pose, salti, ecc.), si succedono in combinazioni determinate di elementi figurativi e ritmici; nella d. moderna, sviluppatasi all’inizio del sec. 20°, i movimenti e le posizioni del corpo vengono combinati più liberamente che nella danza classica e sono talvolta associati a elementi teatrali o scenografici. 2. In etologia, sequenza caratteristica di movimenti, in genere ritmici, che costituisce la risposta di un animale a un determinato stimolo e ha per lo più funzioni comunicative, come nel caso del corteggiamento in certe specie di uccelli o nello scambio di informazioni tra le api sulle fonti di un cibo. 3. fig. b. In medicina: d. delle arterie, segno clinico d’insufficienza delle valvole aortiche, rappresentato da un’abnorme vivacità delle arterie visibili (temporali, carotidi, pedidie, ecc.); d. ilàre, segno radioscopico caratteristico dell’arteriosclerosi dell’arteria polmonare, costituito da una esagerata pulsatilità dell’arco medio del profilo sinistro del cuore. ◆ Dim. danzétta.TAV.
OSSERVATORIO
altre forme di live
In occasione della prossima Berlin Art Week, LAS Art Foundation presenta in prima mondiale GORGON, un'opera per flauto scritta, composta e diretta dall'artista Marianna Simnett. Sviluppandosi attraverso il suono, la proiezione e la danza, GORGON fa un uso innovativo dell'AI come mezzo di comunicazione all'interno della performance dal vivo, plasmandone la forma e la narrazione. La nuova opera di Simnett si basa sulle origini della parola "gorgone", che deriva dal greco antico "gorgós", spaventoso e discende dalla stessa radice della parola sanscrita "garjana", che descrive un suono ringhioso prodotto nella parte posteriore della gola. Lo spettacolo si basa sul modo in cui questi significati appaiono nel mito delle Gorgoni: nella storia, l'eroe greco Perseo, con l'aiuto della dea Atena, uccide Medusa, l'unica mortale delle tre sorelle Gorgoni; sentendo la forza terrificante delle grida di dolore delle sorelle sopravvissute, Atena inventa uno strumento per riprodurre la potenza del loro lamento.
La performance di Simnett trasporta questo racconto arcaico di dolore e potere in una fiaba contemporanea. La storia è incentrata su Greta, una ragazza che fa il turno di notte al chiosco di ciambelle della stazione ferroviaria, e su Gorgone, un'entità mutaforma il cui lamento penetrante può scuotere la terra. Una notte, la fatica del lavoro di Greta la spinge a immaginare di essere una regina delle aziende, che presiede un ufficio ai margini di una foresta, e tenta di imbrigliare il potere del grido straziante di Gorgone. Lentamente, il corpo e la mente di Greta si trasformano, mentre lei e Gorgone riescono finalmente a vedere la vulnerabilità dell'altro.
GORGON presenta una partitura musicale originale di Simnett e un coro di flautisti dal vivo, la cui esecuzione viene trasformata in suoni generati dall'IA e in un trasferimento di stile vocale, entrambi prodotti in tempo reale utilizzando modelli IA personalizzati. GORGON fonde la mitologia con la tecnologia e pone domande complesse sul desiderio, il potere, il genere, il corpo, l'intelligenza, l'empatia e l'altro. Con riferimenti culturali che vanno dalle prime tecnologie umane alla teoria postumana, in un momento segnato dal rapido sviluppo dell'intelligenza artificiale, GORGON offre un commento tempestivo su come incontriamo il perturbante, l'ingombrante e l'ignoto.
Questo mese, LUNARIO risplende illuminato da una SuperLuna Blu, che campeggia in un cielo di fine estate davvero singolare: ad eccezione di Marte e Giove, tutti i pianeti sono ora retrogradi. Potrebbe subentrare una certa disillusione. La Luna Piena dei Pesci è in congiunzione a Saturno, sottolineando la necessità di un sostegno reciproco:
“La Vergine nel pantheon astrologico governa il mondo della logica: è attenzione, cura meticolosa dei dettagli ma ancor prima capacità di aggiustare il mondo trovando soluzioni alle quali nessuno aveva pensato. È l’espressione della fisica newtoniana, secondo la quale ad ogni azione corrisponde una determinata reazione, e solo comprendendo il legame tra le due cose, possiamo sperare di ottenere il risultato desiderato. In questo senso, è intelligenza, acume, razionalità e spirito di osservazione. Al lato opposto ci sono i Pesci, segno che ospita questa Luna Piena, che invece esprimono il sogno, la capacità di guardare al mondo (pur con i suoi difetti) scorgendone l’incanto; il misticismo, la trascendenza, l’intuizione, la comunicazione non verbale (da cui la danza e la musica, associate al simbolo dei Pesci). Sono espressione della fisica quantistica (Einstein era proprio Pesci) secondo cui osservatore e realtà osservata si mescolano continuamente, in un gioco di influenze e interdipendenze reciproche. Due modi diversi di guardare il mondo, ma in qualche modo del tutto complementari. Perché è la realtà a definire il sogno, ma è vero anche il contrario. Perché la tecnica (Vergine) è indispensabile per dare forma all’ispirazione (Pesci), ma allo stesso tempo la fantasia senza un suo sbocco espressivo diventa mera fuga dalla realtà. Un campo da gioco reso ancor più interessante dal fatto che in questo periodo sia Nettuno (pianeta del sogno) che Saturno (pianeta del realismo e del rigore) transitano proprio in Pesci (con moto retrogrado), dando vita a un cielo che contrappone più che mai la voglia di evadere dalle routine per riscoprire il sogno, e un forte senso dei “limiti” (i rischi, le conseguenze, il timore di non essere pronti). Ed è esattamente su questo tema che batte forte questo plenilunio, che da un lato ci mette davanti agli occhi i nostri sogni (i nostri desideri di cambiamento) e dall’altro ce ne mostra i rischi. A questo punto, mi vengono in mente le parole di Walt Disney: «Se puoi sognarlo, puoi farlo!». Certo, forse non è proprio così e del resto Disney era Sagittario ed è ben noto lo sconfinato ottimismo del segno. Però è certamente vero il contrario: «Se non puoi sognarlo, certamente non lo farai mai». Se prima non ti sei spinto con la mente e con l’anima oltre i confini dell’oggi, difficilmente potrai costruire un domani migliore. E quindi in questa contrapposizione non è sul lato del “sogno” che dobbiamo andare ad agire (magari per contenerlo o castrarlo). Quello sarebbe un grave errore, mentre è sul lato opposto che dobbiamo intervenire: sulla “realtà”, cercando di organizzarla – passo dopo passo – in modo tale che possa un giorno somigliare al sogno.”
Oggi, 31 Agosto 2023, a Linz la Luna sorge alle 20:32 con azimuth 105° e tramonta alle 06:36 con azimuth 252° del giorno successivo. Fase lunare: Luna Pienah con il disco (visibile) illuminato al 99%. Età della Luna: 15 giorni.
La visual identity di LUNARIO è di Nicola Benetti; il progetto di comunicazione è a cura di UC Studio. Per rileggere le scorse uscite, l’archivio di LUNARIO è consultabile qui.
Arrivederci al prossimo plenilunio, il 29 Settembre 2023.