LUNARIO - The Revenant
Bentornatə a LUNARIO, la newsletter mensile dedicata ai temi della performatività posthuman, alle culture digitali e alle dinamiche del Metaverso.
Ciclicamente, LUNARIO propone argomenti e approfondimenti intorno a tematiche culturali mediali: procede nel percorso di esplorazione dei linguaggi performativi digitali, insegue le infinite declinazioni della liveness multimediale, sonda spazi, ambienti e community virtuali, diffonde le scoperte della ricerca accogliendo appuntamenti e curiosità.
Questo numero racconta di spazi effimeri, community building e decentralizzazione (nell’OSSERVATORIO), di tanatologia e memoria digitale (nel GLOSSARIO); di forme di intelligenza more-than-human (nella CHICCA) e della sopraggiunta trascurabilità dell’essere umano (nell’AGENDA).
Si riparte, seguitemi 🧜🏻♀️
“C'è sempre stata una leggera penalizzazione algoritmica per i contenuti click-out, ma Twitter l'ha portata a nuovi livelli nella sua continua battaglia contro Substack: oggi i tweet che rimandano direttamente a Mastodon o Substack non possono essere ricondivisi. Lo stesso vale per i video di YouTube le cui didascalie contengono link ad articoli, Patreon o altro. Queste schermaglie sui contenuti prefigurano una più ampia battaglia: la guerra delle piattaforme è una fase dei social media in cui le piattaforme andranno sempre più a competere ferocemente per i dati e gli utenti, bloccando le funzionalità e la possibilità di muoversi tra queste sfere ormai distinte.” J. Citarella
CHICCHE
Primizie dal mondo accademico.
“Sembra che ci sia qualcosa di profondamente sbagliato nelle finalità che assegnamo ai nostri strumenti. Questo pensiero si è insinuato nella mia mente negli ultimi anni, mentre osservavo come le nuove tecnologie, in particolare le più innovative e “intelligenti” vengano sistematicamente impiegate per minare e usurpare la gioia umana, la sicurezza e persino la vita stessa. I modi in cui lo sviluppo di questi presunti strumenti intelligenti potrebbe danneggiarci, cancellarci e, alla fine, soppiantarci sono diventati oggetto di un vasto campo di studi, che coinvolge informatici, programmatori e aziende tecnologiche, oltre a teorici e filosofi. [...]
La nostra concezione dell’intelligenza artificiale - ed essendo modellata su noi stessi, dell’intelligenza in generale - pare fondamentalmente difettosa e limitata. Rivela che, quando parliamo di AI, parliamo soprattutto di questo genere di intelligenza competitiva, ignorando tutte le altre cose che l’AI, o qualunque tipo di intelligenza, potrebbe essere. Questo è ciò che accade quando lo sviluppo dell’AI è guidato prevalentemente da aziende tecnologiche finanziate mediante l’apporto di capitali a rischio. La definizione di intelligenza che viene così formulata, sostenuta e strutturata ha un’impostazione estrattiva e lucrativa. Un modo per mutare la natura di queste relazioni è cambiare il modo in cui pensiamo all’intelligenza.
Fino a pochissimo tempo fa si riteneva che il genere umano fosse l’unico possessore di intelligenza. Non è più così: dai bonobo che costruiscono strumenti complessi, alle taccole che ci addestrano a procurare loro il cibo, alle api che discutono la direzione degli sciami, agli alberi che parlano e si nutrono a vicenda, il mondo non umano sembra ricco di intelligenza e capacità di intervento. Cosa significherebbe costruire intelligenze artificiali più simili a polpi, funghi e foreste?”
James Bridle è scrittore, artista e tecnologo, che vive fra Londra e la Grecia. Autore di «New Dark Age" (2018) e «Ways of Being" (2022), ha curato fra l’altro la mini serie «New Ways of Seeing” per la BBC, in cui, rievocando Berger, considera l'impatto delle tecnologie digitali sul modo in cui vediamo, comprendiamo e interagiamo con il mondo.
AGENDA
Coordinate spazio-temporali, da non perdere per non perdersi.
«The New Atlas of Digital Art – Are humans still necessary? è il meeting internazionale annuale organizzato da MEET Digital Culture Center in collaborazione con il MNAD, Museo Nazionale Arte Digitale, per continuare e arricchire la riflessione interdisciplinare sull’impatto delle tecnologie sulla società, attraverso le lenti dell’Arte e della Cultura Digitale come strumenti di interpretazione del presente e di immaginazione di possibili futuri. Il meeting fa parte del progetto S+T+ARTS in the City e andrà quest’anno a esplorare il dialogo tra potenza delle macchine e creatività umana e le possibili relazioni collaborative tra le diverse intelligenze, come atto simbiotico per immaginare un futuro più collaborativo, più sostenibile, più inclusivo.
GLOSSARIO
Perchè le parole sono importanti.
Digital death = La morte digitale o morte virtuale è la cancellazione, volontaria o dovuta a un errore informatico, della presenza dell’essere umano in un servizio informatico o su un social network, ossia la perdita di dati personali e profili utente sulle piattaforme online. Il termine è nato in relazione alla necessità di esprimere la perdita dei dati e dei profili personali presenti su internet.
Di circa un anno fa la notizia sorprendente, e per alcuni versi inquietante, della capacità acquisita da Alexa durante i suoi ultimi aggiornamenti: l’imitazione precisa delle voci umane. Anche dei morti. Ispirate dalla ormai classica puntata «Be right back» di Black Mirror, numerose attività scientifiche e tech mondiali stanno cercando di duplicare o replicare post mortem i singoli individui, automatizzando con l’uso dell’intelligenza artificiale la quantità di dati con cui si è prolungato e tratteggiato digitalmente se stessi nel corso della propria vita. Nel 1997 la sociologa Carla Sofka ha coniato il termine «Thanatechnology» per indicare gli svariati meccanismi tecnologici e digitali con cui è possibile accedere a informazioni relative alle persone decedute e, soprattutto, grazie a cui disponiamo di narrazioni, commemorazioni, espressioni multimediali assortite con cui affrontare questioni legate all’elaborazione del lutto e invenzioni, il più delle volte fantasiose, riguardanti la speranza dell’immortalità individuale. Nel 2009, gli studiosi Michael Massimi e Andrea Charise hanno coniato, a loro volta, il termine «Thanatosensitivity»: coinvolgendo tanto le discipline umanistiche quanto quelle tecnologiche e scientifiche, consiste nell’analisi approfondita delle trasformazioni subite dalla mortalità, dal morire e dalla morte a causa dello sviluppo progressivo delle tecnologie digitali e, quindi, del costante mutamento del modo di intendere la dialettica tra reale e virtuale nella vita umana, con conseguenze di natura etica ancora tutte da esplorare.
«Kagami», concerto in mixed reality prodotto da Tin Drum, in associazione con The Shed NYC e Factory International per il Manchester International Festival, sembra aggiungere un altro tassello importante a quel percorso tipicamente antropologico che mira ad ampliare, con la tecnologia, le possibilità di registrare la nostra presenza nel mondo, permettendo di rimanere presenti – almeno, simbolicamente – anche dopo il decesso. Il cuore del progetto è Ryuichi Sakamoto: dopo aver lasciato una playlist per il suo funerale, il maestro giapponese ricompare in questo nuovo tipo di concerto, che fonde contenuti in realtà aumentata e mondo reale. Il pubblico è invitato a indossare dispositivi ottici trasparenti per vedere il Sakamoto virtuale che si esibisce al pianoforte; l'esperienza è sia collettiva che individuale, invitando gli osservatori a connettersi con l'opera – e tra di loro – per tutto il tempo.
«Resurrect In Peace (RIP)» invece, ultima performance di Anan Fries presentata lo scorso aprile alla HAU3 di Berlino, è un funerale per la specie del piccione migratore, estintosi più di cento anni fa: una cerimoniale ammissione di colpa, un lamento in computer graphic. Nel bel mezzo della prima estinzione di massa causata dall'uomo, «RIP» celebra la natura finita di tutta l'esistenza e mette in discussione il potenziale politico di un possibile ritorno.
Dalla scrittura alla fotografia, dal fonografo alla radio e alla televisione, fino ai dati e alle tecnologie digitali: registrazione è, dunque, anche possibilità di rappresentazione eterna.
OSSERVATORIO
altre forme di live.
La mostra collettiva «Collective Worldbuilding - Art in the Metaverse», in corso all’ Hek di Basilea, presenta una selezione di artisti internazionali che indagano le possibilità di un Internet decentralizzato. Le opere in mostra incoraggiano l'esplorazione di spazi virtuali più inclusivi, un rinnovato senso di comunità e una struttura organizzativa decentralizzata nel regno digitale. Gli artisti hanno da sempre utilizzato Internet anche come infrastruttura per costruire comunità e sviluppare modelli di distribuzione non istituzionali; tecnologie decentralizzate come la blockchain oggi offrono nuovi approcci per ripensare i sistemi di produzione, finanziamento e costruzione di comunità nelle arti. Negli ultimi anni, mondi di gioco come Fortnite o ambienti virtuali basati su blockchain come Decentraland, Sandbox o Cryptovoxels stanno ospitando mostre, concerti e feste: la mostra presenta progetti artistici che utilizzano questi spazi come opportunità di lavoro collaborativo ed esplora l'uso creativo di universi virtuali per raccontare storie, condividere esperienze e affrontare questioni come lo sviluppo del Web3 e il futuro di metaversi inclusivi e diversificati. Fra i lavori in mostra, quelli di Dorota Gaweda & Eglé Kulbokaite creano universi virtuali multiutente in cui performance collettive oscillano tra IRL e URL.
Il Singapore Art Museum (SAM) ha lanciato la piattaforma Open Systems (OS): fino al 10 agosto, ogni 15 giorni, le opere presentate in OS cercheranno di riformulare gli spazi virtuali come luoghi per praticare modalità alternative di organizzazione all'interno della società, dalla realtà condivisa, dei sistemi finanziari globali e delle grandi città, della molteplicità delle interazioni personali e dell'espressione individuale. Riunendo artisti e pensatori, OS mappa le disuguaglianze che riecheggiano fra reale e virtuale, postulando come i videogiochi e gli ambienti virtuali possano rappresentare palestre per provare modalità alternative di organizzazione sociale, politica e spaziale. Fra le opere in mostra, «Gameworkers & Guildworkers» di Cat Bluemke è incentrata sulla Cattedrale di Notre Dame di Parigi e sulla sua ricostruzione virtuale nel videogioco Assassin's Creed Unity (2014) per esaminare le condizioni di lavoro dei costruttori. La rivisitazione degli statuti del XIII secolo dei lavoratori delle corporazioni che costruirono la cattedrale originale rivela che i lavoratori del gioco contemporanei hanno meno protezioni contrattuali rispetto alle loro controparti medievali. Il progetto si ispira al movimento internazionale Game Workers Unite.
Oggi LUNARIO segue il Novilunio, e anticipa il Solstizio d’Estate. Sono giorni intensi: l'11 giugno Plutone è tornato retrogrado in Capricorno. Con il suo ingresso in Acquario il 23 marzo, ci ha dato un assaggio della natura dei temi acquariani, come l'improvvisa comparsa di applicazioni informatiche dotate d’intelligenza artificiale. Ma il presente precede il futuro e, con il ritoro di Plutone in Capricorno, dobbiamo ancora una volta occuparci di questioni concrete, come l'indebolimento degli Stati, le istituzioni finanziarie in difficoltà, i debiti e gli immobili sopravvalutati. Prestare particolare attenzione alle finanze, praticare la moderazione. Il 17 giugno Saturno diventa retrogrado in Pesci; la Luna Nuova è in Gemelli il 18 giugno: una Luna che accentua la mutevolezza, il desiderio di gratificazioni, esalta l'emotività e la suscettibilità. Favorisce le attività che riguardano la dimensione casalinga, la cura delle piante di casa, la pratica della meditazione. Non tagliare i capelli. Non credere troppo ai complimenti e alle adulazioni. Seguire una dieta leggera e povera di zuccheri, evitare cibi salati e piccanti per migliorare la diuresi.
Il Sole in quadratura a Nettuno il 19 incoraggia a fidarsi di se stessi, ad ascoltare la propria voce interiore.
Oggi, 15 Giugno 2023, a Nizza la Luna sorge 03:44 con azimuth 198° e tramonta alle 18:50 dello stesso giorno. Fase lunare: Luna calante con il disco (visibile) illuminato al 1%. Durata del giorno: 15:23 ore. Durata della notte: 08:37 ore. Età della Luna: 25 giorni.
La visual identity di LUNARIO è di Nicola Benetti; il progetto di comunicazione è a cura di UC Studio. Per rileggere le scorse uscite, l’archivio di LUNARIO è consultabile qui.
Arrivederci dopo il prossimo plenilunio, dopo il 7 Luglio.