Bentornatə a LUNARIO, la newsletter mensile dedicata ai temi della performatività posthuman, alle culture digitali e alle dinamiche del Metaverso.
Ciclicamente, LUNARIO propone argomenti e approfondimenti intorno a tematiche culturali mediali: procede nel percorso di esplorazione dei linguaggi performativi digitali, insegue le infinite declinazioni della liveness multimediale, sonda spazi e ambienti virtuali, diffonde le scoperte della ricerca accogliendo appuntamenti e curiosità.
Questo è un numero dedicato a web e magia: il GLOSSARIO riporta agli albori dell’Open Source, la CHICCA al discorso matematico tecnomagico di Chiara Valerio; l’AGENDA contiene alcune uscite di stagione, l’OSSERVATORIO le forme di un archivio in continua evoluzione.
Venite con me 🧜🏻♀️
In the beginning was the code and the code was hanging out with God; soon enough some came to the conclusion that the code was God.
Mark Pesce, “True Magic”, 2001
CHICCHE
Primizie dal mondo accademico.
Studiare aiuta a fare distinzioni nelle cose invisibili, a non confondere l’intervento divino o magico con l’avanzamento tecnologico. Studiare scienze, piú specificamente, consente di non percepire la tecnologia come fenomeno magico o religioso, ma come risultante di un avanzamento di umane umanissime conoscenze affette da errore e passibili di evoluzione e miglioramento. Studiare scienze aiuta ad accettare che l’oltremondo è in questo mondo, ma a un ordine di grandezza – segnali elettrici, impulsi elettromagnetici e galassie – che non percepiamo con i nostri sensi. La magia è una procedura. Formule e gesti per gli incantesimi, ingredienti per le pozioni. Ha componenti relazionali perché si rafforza se agìta da certi individui, con certi dispositivi (la bacchetta per esempio), se eseguita in certi periodi del giorno o dell’anno. In un mondo, il nostro, in cui molte delle umane faccende sono state meccanizzate attraverso procedure algoritmiche, la tecnologia e la magia tendono a somigliarsi, o anche, si potrebbe azzardare, siamo arrivati in un mondo in cui tutto è magico. D’altronde tutto è magico quando non sei piú in grado di riconoscere i rapporti di causa-effetto o non immagini esistano. (Pochissimi Jedi). […] La danza mascherata è causalità danzata. Possiamo riformulare cosí “Il rituale del serpente” di Warburg: l’essere umano utilizzatore e alimentatore di dispositivi oppone la sua volontà di comprensione, trasformandosi egli stesso nella causa di quei fenomeni. Istintivamente egli sostituisce, nel modo piú intelligibile ed evidente, l’effetto inesplicato con la causa. La danza delle dita su schermi e tastiere è causalità danzata. Se la magia fa accadere le cose è possibile ritenere (attenzione al principio di causa-effetto) che qualsiasi cosa che accade è magica. La magia anticipa e soddisfa la nostra esigenza di legare cause ed effetti, non sopportiamo effetti senza cause, non vagliamo cause senza effetti, dunque, quando è troppo oneroso riconoscere i rapporti causali, li inventiamo. Stabiliamo una logica per necessità emotiva, e a questo gesto sentimentale arbitrario attribuiamo valore di verità. Abbiamo già intuito che non c’è differenza tra danzare per la pioggia, sfogliare i petali delle margherite e spegnere e riaccendere il computer o uno smartphone per ripristinare una funzione. Compiamo gesti sperando che qualcosa o qualcuno accada. […] Tutto ciò che sta nelle raccolte di incantesimi, nei grimorî, può essere rivisto come una sequenza, una procedura. La meccanizzazione delle sequenze attraverso i calcolatori elettronici ha reso evidente che il mondo non ha mai smesso di essere magico e religioso. Ma pensiamo di aver perso il controllo della magia.
Danzeremo per far accadere cose e persone intorno. A quel punto, senza aver chiaro o almeno presente come ci siamo arrivati, senza piú ricordarci che i dispositivi consumano (dunque esistono), potremo credere di essere la causa di ciò che accade. E ancora che la rappresentazione della realtà e la realtà coincidano in toto e non per minime porzioni. Dimenticheremo che il linguaggio è una sintesi.
Chiara Valerio (Scauri 1978, più di 2000 anni dopo Platone), matematica, è responsabile della narrativa italiana per Marsilio; lavora a Rai Radio3 e collabora con «la Repubblica», «L'Espresso» e «Vanity Fair». Nel suo ultimo libro «La tecnologia è religione» si chiede: “Che differenza c’è tra danzare per far piovere, e schiacciare un tasto per illuminare uno schermo? In entrambi i casi, un movimento del nostro corpo fa accadere qualcosa. È ragionevole domandarsi oggi quanto politiche culturali prive di immaginazione abbiano allontanato la tecnologia dalla scienza, trasformandola in una fede che ha i propri sacerdoti, i black fridays di festa, gli eretici, gli atei e i martiri da social network.”
AGENDA
Coordinate spazio-temporali, da non perdere per non perdersi.
⎆ Secondo la retorica antica, le primissime parole di un testo letterario dovevano condensare in sé la natura e il senso più profondo dell’opera stessa. Questa regola, cui non sfuggiva nemmeno l’epica, sembra derivare da una visione ancora magica del mondo, in cui le parole possedevano un legame effettivo con la realtà denominata: modificando una parola si poteva dunque cambiare la realtà stessa di cui si stava ragionando. La psicologia e l’antropologia considerano il pensiero magico l’attribuzione illogica di determinate cause a eventi o soggetti, senza la mediazione di alcuna prova empirica. Nel corso della storia, luoghi, oggetti, entità varie sono state ritenute in possesso di poteri magici, quindi considerate come straordinarie, temute, venerate, consacrate dalla propria comunità. In diverse tradizioni, i poteri magici sono veicolati da oggetti sacri, spesso tecnologici, divenuti quasi sempre anche oggetti di potere.
Nell'era della simulazione digitale, di ChatGPT e Midjourney, dove un prompt sembra un’invocazione alle Muse, in che modo il presente tecnologico, ibrido e aumentato influisce sulle esperienze sensoriali collettive e sui rituali? Che tipo di potere può essere individuato nei gesti, nelle parole, nell’immaginazione? Con questo in mente, DIGITALIVE presenta per la 38° edizione di Romaeuropa festival una vasta gamma di declinazioni e reinterpretazioni del pensiero magico. I partecipanti potranno riappropriarsi della struttura della tecnologia per organizzare nuovi rituali di creazione del mondo, di narrazioni storiche e/o futuristiche altre, spurie, secondarie, al di là di ogni confine, bias e credenza. Nei formati e nei contenuti, le produzioni invitate cercano di aprire spazi postcoloniali e dimensioni queer, trasgredendo i confini e guardando alle pratiche collettive di comunità.
Choy Ka Fai presenterà un nuovo esperimento di danza cibernetica e d'incontro con il paranormale: "Unbearable Darkness", in cui combina icone religiose con la cultura Internet, emoji e spazi 3D, iconostasi cerimoniale e data visualization. Ka Fai evocherà il maestro di danza Butoh Tatsumi Hijikata, utilizzando la motion capture per spiritualizzare le movenze del performer in scena e creare un avatar digitale. Introdurrà anche "Metahuman", un Metaverso creato per il Singapore Art Museum: opera d'arte a tutti gli effetti, che sfrutta le possibilità offerte dal Metaverso per comporre un'esperienza coinvolgente e interattiva. Le sonorità percussive di Valentina Magaletti e Riccardo La Foresta faranno tabula rasa di ogni apparato tecnologico e virtuale, per favorire l'immersione spirituale del pubblico in una dimensione rituale profonda e viscerale, prelogica. Le performance AV di NONE e SPIME.IM porteranno in scena l'immaginario e la tecnologia che sottende il funzionamento degli algoritmi di intelligenza artificiale text to image, ma anche l'hype e la mitologia che intorno a questi strumenti si sta creando. Ginevra Petrozzi, presentata dal collettivo Erinni, proporrà al pubblico un'esperienza intima e coinvolgente: la lettura tarologica dello smartphone per un* spettatore alla volta. Cosimo Damiano e Arssalendo presenteranno live musicali eclettici, con sonorità che spaziano dal post punk alla psichedelia, alternando onde atmosferiche e contrazioni ossessionanti, da cui emergeranno ombre spettrali e parole mormorate come incantesimi.1
⍆ Danza, media e performing art sono alla base anche della poetica artistica del duo Landi Lanza, in una continua ricerca di un gesto semplice e naturale ma altamente emotivo. I loro progetti sono sviluppati per esprime il potenziale espressivo della tecnologia virtuale VR, concentrandosi sull’accessibilità, inclusività e l’embodiment che questi strumenti permettono di attivare. La performance Embodying Absence invita il pubblico a seguire con lo sguardo e con il corpo le dinamiche e gli spostamenti nello spazio, inizialmente senza sapere che cosa vedono i performers, provando a immaginarlo e scoprendolo solo alla fine del percorso e della performance. Giovedì 4 Maggio sarà presentata, in doppia replica, a CUBO in Torre Unipol, nel framework della mostra “Quayola - Ways of Seeing” per das.06.
Info e prenotazioni qui.
⌱ In che modo creatività e pensiero divergente possono offrire un’alternativa all’irrigidimento delle categorie e alla conseguente formazione di bias e pregiudizi? Seguendo questi e molti altri interrogativi, è uscito su KABUL magazine “Performatività posthuman e dinamiche del Metaverso: A Matter of eXperience. Il Realismo Agenziale di Karen Barad per una lettura critica transdisciplinare, non antropocentrica, postumana, queer della digital performance.” o come “smarginare il dicotomico” assecondando lo stile divulgativo-emotivo-intuitivo di Barad e un approccio decostruttivo e postumano all’analisi critica, per sottolineare le peculiarità di una digital performance raccontando ricerche e linguaggi emblematici di questo settore disciplinare in continua metamorfosi.
⌲ Grazie a Tommaso Verde per la super interessante chiacchierata - pubblicata su “L’Italia che cambia” per Hangar Piemonte - circa mission e vision di Dramatic Iceber, e sul ruolo inclusivo che il gaming può avere a livello culturale e sociale, creando comunità e avvicinando a un linguaggio più digitale.
"Ultimamente Edge passa molto tempo su Internet... e così oggi ha organizzato questo concerto sul web... e quando gli ho chiesto quante persone lo stessero guardando mi ha risposto che era l’intero universo. E quindi questo pomeriggio ho scoperto che l’intero universo è qui con noi a Notre Dame”.
Bono Vox 10/10/2001, Università di Notre Dame, Stato dell’Indiana
GLOSSARIO
Perchè le parole sono importanti.
Copyleft <kòpileft> s. ingl., usato in it. al masch. – Modello alternativo di gestione dei diritti d’autore, rispetto al copyright, con il quale il detentore dei diritti dell’opera indica agli utilizzatori le parti che possono essere liberamente fruite e anche modificate. L’applicazione del c. a un’opera dell’ingegno garantisce la libertà di riprodurla gratuitamente rispettando determinate condizioni, diversamente da quanto avviene con il copyright tradizionale. Nel campo del software il c. consiste nel permettere di eseguire il programma, copiarlo, modificarlo e distribuirlo in versioni modificate, ma senza dare il permesso di aggiungere restrizioni. La filosofia del c. è stata adottata anche da movimenti letterari e artistici in polemica con l’industria culturale, accusata di ostacolare la diffusione del sapere per scopi di lucro.
“Il CERN rinuncia a tutti i diritti di proprietà intellettuale su questo codice, sia sorgente che binario e il permesso è dato a chiunque di usarlo, duplicarlo, modificarlo e distribuirlo.” Con questa dichiarazione, trent’anni fa, il 30 aprile 1993 il CERN di Ginevra rese, di fatto, di pubblico dominio i tre componenti del software web (il client in modalità linea di base, il server di base e la libreria di codice comune) appena rilasciato. Erano i primi anni '90 e concetti come software libero e aperto e dominio pubblico erano solo agli inizi. Nell'estate del 1994, poi, François Flückiger rilevò il team tecnico di Berners-Lee al CERN, con cui rilasciò la terza versione del WWW (HTTPD); per questo software, Il CERN optò per una licenza Open Source completamente permissiva: i licenziatari avevano il diritto di rilasciare opere derivate con una licenza di loro scelta, a condizione che perpetuassero la dichiarazione che attribuiva il merito dell'opera iniziale al CERN. Adottando questa politica, il CERN ha compiuto forse il passo più significativo verso una migliore comprensione dei meccanismi per la distribuzione libera di un software. Una licenza pienamente permissiva è stata un potente incentivo alla diffusione del WWW e, cosa più importante, alla crescita di quella che in seguito fu chiamata ‘disseminazione collaborativa’ - la creazione di comunità aperte di utenti invitati a migliorare e integrare software per condividere questi miglioramenti con la comunità tramite licenze Copyleft: poiché così un utente riceve la fonte del software Open Source, allora deve, a sua volta, fornire la fonte di qualsiasi versione modificata. Poiché un'opera derivata deve essere distribuita con la stessa licenza, si dice che le licenze Copyleft garantiscano la non appropriazione da parte di terzi di un software Open Source.
OSSERVATORIO
altre forme di live
Artport è il portale del Whitney Museum of American Art per l'arte Internet based, uno spazio-galleria online per commissioni di Net art e New media art. Originariamente lanciato nel 2001, Artport fornisce l'accesso a opere d'arte digitali originali commissionate appositamente per il Whitney, oltre alla documentazione di mostre della collezione del museo. A più di trent’anni dalla nascita del World Wide Web, l’istituzione si interroga dunque sul ruolo dei musei nel supporto e nella conservazione di queste opere attraverso e nonostante i continui, fulminei mutamenti estetici e tecnologici che contraddistinguono questi settori delle arti. La prima versione di Artport è stata creata nel 2001, poi ampliata nel 2002; diverse sezioni e progetti percorrono ogni versione del portale, fra cui “Sunset and Sunrise”(2009-ongoing) che ospita ancora progetti commissionati per abitare il sito whitney.org e “Whitney Live Artist-in-Residence” (2009-2014) che ha raccontato in diretta ricerche e produzioni musicali, teatrali, digitali.
Fra gli artisti coinvolti e ospitati dal 2001 a oggi: Tina LaPorta, Casey Reas, Marc Lafia and Fang-Yu Lin, UBERMORGEN, Eva e Franco Mattes, Morehshin Allahyari, Paolo Cirio, Rachel Rossin, Auriea Harvey.
Le eclissi di Luna Piena possono portare a chiudere un ciclo, a trasformazioni che spostano da uno stato all’altro; cambiamenti improvvisi (vista anche la posizione attuale di Urano), per alleggerire il passo e dirigersi verso una nuova direzione. Venerdì 5 Maggio, il prossimo Plenilunio non splenderà del tutto: così come è stata in eclissi (parziale) la scorsa Luna Nuova - per la seconda volta in Ariete, il 20 aprile - questa Luna Piena dei Fiori e dei Rospi, in Scorpione, è in eclissi penombrale, e legata al numero 5, simbolo di immaginazione e divertimento. Mentre la Luna in Scorpione può suscitare emozioni profonde legate al passato, disturbare il sistema nervoso, rendere ostinati ed eccessivamente critici, con tendenza al dominio, ma anche favorire la spiritualità e l’introspezione, sollecitando l'interesse per l'insolito e il misterioso; il 5 sa evocare l’idea di gioco, ripartenza, creatività esplosiva e spensierata.
Prepararsi a vivere giorni agitati, e a cavalcare le onde.
Assumere alimenti rinfrescanti come riso, uova, pesce, aglio e patate, asparagi, cavolfiore, cipolle, fichi e amarene. Possibili fastidi all'utero, al retto e ai genitali.
Oggi, 3 Maggio 2023, a Torino la Luna sorge alle 18:15 con azimuth 98° e tramonta alle 05:38 del giorno successivo con azimuth 258°. Fase Lunare: Gibbosa Crescente. Visibile al: 86%. Età della Luna: 12,71 giorni.
La visual identity di LUNARIO è di Nicola Benetti; il progetto di comunicazione è a cura di UC Studio. Per rileggere le scorse uscite, l’archivio di LUNARIO è consultabile qui.
Arrivederci dopo il prossimo plenilunio, eclissi permettendo.